Grafico ideale
Il grafico ideale della temperatura basale prevede una serie di 3 letture consecutive delle quali le prime 2 siano superiore di almeno un decimo di grado (0.10°C) rispetto alla più alta delle sei temperature che precedono il primo rialzo, la terza sia superiore di almeno due decimi di grado (0.20°C) rispetto alla più alta delle sei temperature che precedono il primo rialzo. Le tre letture devono inoltre collocarsi dopo il picco del muco, secondo il metodo sintotermico di Roetzer.
Caso particolare 1: terza temperatura che non raggiunge +0.20°C
Quando il terzo rialzo non raggiunge il livello di 0.20°C superiore alla più alta delle 6 temperature precedenti il primo rialzo occorre aspettare una quarta temperatura più alta; questa può essere anche solo superiore al valore della coverline.
Caso particolare 2: caduta della temperatura per un solo giorno
All’interno dei 3 rialzi una temperatura può cadere al di sotto della coverline. Questa temperatura non viene considerata come rialzo e occorre quindi attendere almeno un giorno in più per confermare l’avvenuta ovulazione.
Caso particolare 3: picchi di temperatura prima del vero rialzo termico
Punte di temperatura o breve fasi di alta temperatura spiegabili a causa di qualche disturbo devono essere segnate come non attendibili e vengono scartate dal conteggio delle 6 temperature precedenti il rialzo, non andando a influire sul posizionamento della coverline. In caso di incertezza per via di diverse temperature disturbate si può fare riferimento alle temperature precedenti dello stesso ciclo oppure a quelle pre ovulatorie dei cicli precedenti.
Caso particolare 4: rialzo graduale
In alcuni casi ci può essere un rialzo graduale delle temperature che può richiedere più giorni per confermare l’avvenuta ovulazione e rendere difficoltosa l’individuazione del giorno esatto della stessa.
In questi casi l’osservazione del muco, l’utilizzo di test d’ovulazione e l’osservazione dei sintomi secondari possono essere determinanti.
Nel grafico qui illustrato si può vedere come l’ovulazione si sarebbe potuta individuare anche al 14° giorno in base ai dati forniti dalla sola temperatura basale. L’utente in questione aveva a disposizione altri dati (muco, stick ovulazione) per determinare il giorno d’ovulazione che, retroattivamente, la fase luteale ha confermato.
Caso particolare 5: forti variazioni di temperatura
Anche in caso di forti oscillazione di temperatura è possibile notare un andamento bifasico e individuare quindi l’ovulazione, in particolare se sono presenti altri sintomi di fertilità osservati che permettono di isolare tale giorno.
Nel grafico qui illustrato l’utente aveva a disposizione altri dati (muco, stick ovulazione) per determinare il giorno d’ovulazione che, retroattivamente, la fase luteale ha confermato.
Caso particolare 6: rialzo a scalini
In alcuni casi la temperatura si può alzare con un andamento “a scalini” con conseguente difficoltà a individuare l’esatto giorno d’ovulazione. Vengono in aiuto muco, stick d’ovulazione e l’osservazione di altri sintomi secondari di fertilità.
Nel grafico qui illustrato l’utente aveva a disposizione altri dati (muco, stick ovulazione) per determinare il giorno d’ovulazione che, retroattivamente, la fase luteale ha confermato.
Caso particolare 7: grafico anovulatorio
Circa nel 10% dei cicli può anche succedere che non avvenga affatto ovulazione. Le temperature possono essere piuttosto lineari o molto altalenanti ma comunque non presenteranno nessuna bifasicità. Solo con l'arrivo della perdita ematica è possibile dichiarare un ciclo anovulatorio. La sua lunghezza può essere variabile e non è prevedibile.