Aster - parto del 17/04/2018 - Diego
Inviato: 23/04/2018, 19:03
Il mio parto è stato un miracolo.. solo così posso definirlo.
Dopo settimane, forse mesi, a discutere con vari medici e sentire pareri (spesso non richiesti) di chiunque abbia avuto voglia di farmi da maestrino incasinandomi ancora di più la testa e facendomi venire crisi di inadeguatezza e responsabilità ancora prima che fosse nato.. il mio bambino ha deciso per tutti, ma soprattutto mi ha fatto il regalo più grande, quello che sotto sotto ho sempre sperato, e che nei miei pensieri gli avevo chiesto, un parto naturale non medicalizzato in nessun modo!
Ma tornando al 15 di aprile, io ero ancora certa di dover fare un TC programmato il 17/04 alle 8 di mattina.. mi ero convinta a malincuore quando mi avevano prospettato il 90% di possibilità di finire in cesareo d’urgenza dopo un travaglio lungo e difficile, date le cicatrici sul mio utero dovute a una precedente operazione che ne impedivano la corretta contrazione e il fatto che Diego fosse stimato troppo grosso.
La sera del 15 iniziano a partirmi delle contrazioni, irregolari e sopportabili, le riconosco subito perché dopo anni di cicli dolorosi dovuti ai fibromi, sono esattamente uguali (solo che non potevo prendere analgesici..). Non ci penso troppo e riesco anche a dormire qualche ora.. non ci penso troppo nemmeno la mattina alle 5 quando riprendono, sono fortine, ma sempre irregolari e perdo una grossa quantità di tappo mucoso (lo perdevo un po’ da settimane quindi anche quello non mi ha allarmato).. decido di stare in casa, ma non voglio nessuno intorno, faccio le faccende, mi faccio una doccia e aspetto le 17, ora in cui dovevo comunque essere ricoverata per il cesareo della mattina dopo.
Alle 17 ci arrivo faticosamente, sono contenta che Marco, il mio compagno, sia riuscito a liberarsi prima e mi abbia portato lui, non vedevo l’ora di essere al sicuro in ospedale, sempre convinta di aspettare il cesareo.
Come arrivo in ostetricia mi accolgono subito con dolcezza e grandi sorrisi, mi danno il letto e arrivano subito a farmi il primo tracciato.. con mio stupore le contrazioni che segna la macchina sono già al 90%.. c’è un ostetrico che conosco che guarda il foglio, mi guarda e mi dice “Erica ma vuoi partorire adesso??”.. rido.. sono sempre convinta del cesareo e so che le contrazioni possono fare degli scherzi, fermarsi, rallentare, durare giorni..
Il mio compagno va via, ma per fortuna ci dicono per tempo di farmi portare 2 panini perché per cena non mi avrebbero dato nulla, in vista dell’operazione. Quei panini mi hanno salvato la vita!!
A cena infatti mi arriva un tè caldo disgustoso..
Durante la serata più di una ostetrica e ginecologa mi chiedono se sono sicura di non voler provare il parto naturale, al punto che scrivo al mio compagno “la prossima persona che mi parla di naturale la mando affanculo”, per quale motivo volevano farmi del male?? Avevo un cesareo tranquillo programmato.. insomma!!
Verso le 23 mi fanno un secondo tracciato, contrazioni al 99%, più regolari.. la ragazza di fronte a me, viene indotta con la “fettuccina” e tempo pochi minuti le parte il travaglio.. mentre vedo lei che sale sulla sedia a rotelle per andare in sala parto e si contorce dal male, sono le 23,30, la pancia diventa durissima e rompo le acque. Così, nel letto..
Chiamo aiuto con il campanello e arriva una giovanissima ostetrica a cui dico che devo andare di corpo, ma lei, dopo avermi tolto le cose fradice di dosso, mi dice che devo aspettare che il tracciato finisca..
Sto iniziando ad agitarmi..
Quando mi tolgono le fasce della macchina le contrazioni sono diventate forti e regolari.. vado in bagno finalmente e poi a farmi visitare.
Mi dicono che ho una dilatazione di 4 cm.. e quando per l’ennesima volta mi parlano di parto naturale, annuisco, terrorizzata e rassegnata.. chiamo Marco e gli dico di venire “ma posso stare fuori dalla sala operatoria a quest’ora?”, “no amore, sala parto..”
Quando arriva, circa mezz’ora dopo, io sono tornata in stanza e sono piegata in due dal male, so che la contrazione arriva e va via, quindi resisto e mugugno solamente, ma ora fa davvero male.. mi alzo e con diverse pause nel corridoio, arrivo con le mie gambe in sala parto.
Non ne ho mai vista una dal vivo, ci avevo rinunciato quando avevo saputo del cesareo.. questa è momentanea, il reparto è in ristrutturazione, e Marco nota subito una poltrona dentistica.. io ormai non vedo, non sento, non so più nulla.
Da qua in poi entra in gioco Cristina, la mia ostetrica, una ragazza mai vista prima che però ha saputo immediatamente farmi acquisire totale fiducia in lei.. mi consiglia di mettermi in ginocchio, per terra, e appoggiarmi alla seduta della poltrona da parto. Mi mette dei cuscini e mi aiuta.
Ho voglia di spingere, non so bene che ora sia, dico che ho spinto un’ora e mezza, ma ora, ripensandoci, forse è stato anche di meno. Mi ricordo che quando ho guardato l’orologio era l’1 e questi minuti non passavano mai e io spingevo, spingevo, urlavo con una voce che mi saliva dalle viscere e seguiva tutto l’andamento della contrazione.. una cosa totalmente ancestrale, istintiva.
Proviamo solo un’altra posizione, sullo sgabello, ma torno subito in ginocchio, fa troppo male.
E così continuo, spingo, urlo, sudo come una fontana, ad un certo punto sono nuda e con le finestre spalancate.. mi danno dello zucchero anche se non ho fame, ma mi cedono le gambe e, a furia di aggrapparmi, anche le braccia.
Cristina, posizionata in stile metalmeccanico sotto di me, mi continua a rassicurare e dire che sto facendo tutto benissimo, che sono brava, che presto avrò il mio bambino tra le braccia.. anche Marco è determinante, mi consola, mi incita, si lascia strizzare le mani e mi da da bere, ho un piccolo gruppetto personale di cheerleaders composto da ostetriche e ginecologa con a capo Cristina e Marco.
Dopo un tempo interminabile in cui esaurisco tutte le energie spingendo come una indemoniata, Cristina finalmente mi dice che a breve sentirò la testa, che brucerà molto, ma vorrà dire che siamo alla fine e che lei mi dirà ad un certo punto di rallentare. Lei intanto si mette camice e mascherina e capisco che ci siamo, finalmente ci siamo!
E così succede, nonostante l’olio che mi spalma, il bruciore è enorme, ma lo sento il mio bambino che sta nascendo e quindi stringo i denti e spingo e poi rallento la spinta e lo sento sgusciare fuori, sento proprio la pancia svuotarsi e perdere quella pressione e poi sento lui piangere e sono lì, aggrappata a Marco e alla poltrona, con una espressione sbalordita, un senso di stordimento e un delirio di onnipotenza totale!
Ci sono riuscita! L’ho fatto! È finita!
È il momento più bello della mia vita.. ed è tutto come l’avevo immaginato.. sono riuscita a partorire naturalmente e Marco ha potuto assistere!
Cristina mi dice che Diego ha il cordone un po’ corto e quindi non me lo può appoggiare in braccio.. me lo passa tra le gambe, tipo rugbista e io lo appoggio sul cuscino sotto di me, lo guardo e già lo amo senza ritegno!!
Il tempo di far smettere il cordone di pulsare, lo tagliano, (Marco non se la sente) e finalmente mi aiutano a sdraiarmi (“che agilità” mi dicono mentre salgo sulla poltrona, ho i muscoli e le ossa rotte, ma al momento nemmeno me ne rendo conto) e mi appoggiano lui sul petto, subito a ciucciare.. non si può descrivere quella emozione.. quando tutto il mondo si ferma per guardare il miracolo appena avvenuto.
Cristina deve mettermi qualche punto, ma pochi, siamo stati bravi tutti.. quindi Diego finisce in braccio al papà.
Riesco poi ad alzarmi mentre lui viene lavato e vestito e mi fanno sedere su una poltrona, pronta per la prima poppata.. così stiamo lì, 15 minuti abbracciati e soli, mentre papà esce un attimo a riprendersi e ripuliscono la sala per il prossimo miracolo.
Dopodiché mi hanno portata in stanza, mentre Diego è andato al nido per il primo controllo..
siamo poi rimasti altri 4 giorni in ospedale, giorni in cui ostetriche, neonatologhe e puericultrici ci hanno insegnato con pazienza come ciucciare, come cambiarci, come stare pelle a pelle.. davvero uno staff speciale!
A quanto pare tutti sapevano già dal primo controllo il 16 pomeriggio, come sarebbe andata, tranne me! I tessuti erano morbidissimi e il travaglio avviato, la visita era perfetta. Ho ricevuto tantissimi complimenti!
Il quarto giorno è stato solo cautelativo, per vedere se Diego avesse ripreso un po’ di peso.. ma la montata mi è arrivata proprio quel giorno e il giorno dopo aveva già preso 55gr!
Così ci hanno mandato a casa.. facendoci ancora mille complimenti, per me, per il mio parto, per lui che è così bello e sereno.. e con questa frase:
“Signora ne faccia altri, perché le vengono davvero bene”
(Scusate il papiro.. l’ho scritto mentre allattavo!)
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SCHEDA DEL PARTO
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Informazioni Aggiuntive
località del parto: Italia > Piemonte > Torino
data racconto (preso dal forum): 23/04/2018
anno parto: 2018
feti n°: 1
parto n°: 1
tipo parto: vaginale
settimane: 38+6
struttura: ospedale
Tag
naturale non medicalizzato
senza epidurale
taglio cordone ritardato
lacerazione spontanea (3-4 punti)
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Altri racconti qua: raccolta racconti del parto
Dopo settimane, forse mesi, a discutere con vari medici e sentire pareri (spesso non richiesti) di chiunque abbia avuto voglia di farmi da maestrino incasinandomi ancora di più la testa e facendomi venire crisi di inadeguatezza e responsabilità ancora prima che fosse nato.. il mio bambino ha deciso per tutti, ma soprattutto mi ha fatto il regalo più grande, quello che sotto sotto ho sempre sperato, e che nei miei pensieri gli avevo chiesto, un parto naturale non medicalizzato in nessun modo!
Ma tornando al 15 di aprile, io ero ancora certa di dover fare un TC programmato il 17/04 alle 8 di mattina.. mi ero convinta a malincuore quando mi avevano prospettato il 90% di possibilità di finire in cesareo d’urgenza dopo un travaglio lungo e difficile, date le cicatrici sul mio utero dovute a una precedente operazione che ne impedivano la corretta contrazione e il fatto che Diego fosse stimato troppo grosso.
La sera del 15 iniziano a partirmi delle contrazioni, irregolari e sopportabili, le riconosco subito perché dopo anni di cicli dolorosi dovuti ai fibromi, sono esattamente uguali (solo che non potevo prendere analgesici..). Non ci penso troppo e riesco anche a dormire qualche ora.. non ci penso troppo nemmeno la mattina alle 5 quando riprendono, sono fortine, ma sempre irregolari e perdo una grossa quantità di tappo mucoso (lo perdevo un po’ da settimane quindi anche quello non mi ha allarmato).. decido di stare in casa, ma non voglio nessuno intorno, faccio le faccende, mi faccio una doccia e aspetto le 17, ora in cui dovevo comunque essere ricoverata per il cesareo della mattina dopo.
Alle 17 ci arrivo faticosamente, sono contenta che Marco, il mio compagno, sia riuscito a liberarsi prima e mi abbia portato lui, non vedevo l’ora di essere al sicuro in ospedale, sempre convinta di aspettare il cesareo.
Come arrivo in ostetricia mi accolgono subito con dolcezza e grandi sorrisi, mi danno il letto e arrivano subito a farmi il primo tracciato.. con mio stupore le contrazioni che segna la macchina sono già al 90%.. c’è un ostetrico che conosco che guarda il foglio, mi guarda e mi dice “Erica ma vuoi partorire adesso??”.. rido.. sono sempre convinta del cesareo e so che le contrazioni possono fare degli scherzi, fermarsi, rallentare, durare giorni..
Il mio compagno va via, ma per fortuna ci dicono per tempo di farmi portare 2 panini perché per cena non mi avrebbero dato nulla, in vista dell’operazione. Quei panini mi hanno salvato la vita!!
A cena infatti mi arriva un tè caldo disgustoso..
Durante la serata più di una ostetrica e ginecologa mi chiedono se sono sicura di non voler provare il parto naturale, al punto che scrivo al mio compagno “la prossima persona che mi parla di naturale la mando affanculo”, per quale motivo volevano farmi del male?? Avevo un cesareo tranquillo programmato.. insomma!!
Verso le 23 mi fanno un secondo tracciato, contrazioni al 99%, più regolari.. la ragazza di fronte a me, viene indotta con la “fettuccina” e tempo pochi minuti le parte il travaglio.. mentre vedo lei che sale sulla sedia a rotelle per andare in sala parto e si contorce dal male, sono le 23,30, la pancia diventa durissima e rompo le acque. Così, nel letto..
Chiamo aiuto con il campanello e arriva una giovanissima ostetrica a cui dico che devo andare di corpo, ma lei, dopo avermi tolto le cose fradice di dosso, mi dice che devo aspettare che il tracciato finisca..
Sto iniziando ad agitarmi..
Quando mi tolgono le fasce della macchina le contrazioni sono diventate forti e regolari.. vado in bagno finalmente e poi a farmi visitare.
Mi dicono che ho una dilatazione di 4 cm.. e quando per l’ennesima volta mi parlano di parto naturale, annuisco, terrorizzata e rassegnata.. chiamo Marco e gli dico di venire “ma posso stare fuori dalla sala operatoria a quest’ora?”, “no amore, sala parto..”
Quando arriva, circa mezz’ora dopo, io sono tornata in stanza e sono piegata in due dal male, so che la contrazione arriva e va via, quindi resisto e mugugno solamente, ma ora fa davvero male.. mi alzo e con diverse pause nel corridoio, arrivo con le mie gambe in sala parto.
Non ne ho mai vista una dal vivo, ci avevo rinunciato quando avevo saputo del cesareo.. questa è momentanea, il reparto è in ristrutturazione, e Marco nota subito una poltrona dentistica.. io ormai non vedo, non sento, non so più nulla.
Da qua in poi entra in gioco Cristina, la mia ostetrica, una ragazza mai vista prima che però ha saputo immediatamente farmi acquisire totale fiducia in lei.. mi consiglia di mettermi in ginocchio, per terra, e appoggiarmi alla seduta della poltrona da parto. Mi mette dei cuscini e mi aiuta.
Ho voglia di spingere, non so bene che ora sia, dico che ho spinto un’ora e mezza, ma ora, ripensandoci, forse è stato anche di meno. Mi ricordo che quando ho guardato l’orologio era l’1 e questi minuti non passavano mai e io spingevo, spingevo, urlavo con una voce che mi saliva dalle viscere e seguiva tutto l’andamento della contrazione.. una cosa totalmente ancestrale, istintiva.
Proviamo solo un’altra posizione, sullo sgabello, ma torno subito in ginocchio, fa troppo male.
E così continuo, spingo, urlo, sudo come una fontana, ad un certo punto sono nuda e con le finestre spalancate.. mi danno dello zucchero anche se non ho fame, ma mi cedono le gambe e, a furia di aggrapparmi, anche le braccia.
Cristina, posizionata in stile metalmeccanico sotto di me, mi continua a rassicurare e dire che sto facendo tutto benissimo, che sono brava, che presto avrò il mio bambino tra le braccia.. anche Marco è determinante, mi consola, mi incita, si lascia strizzare le mani e mi da da bere, ho un piccolo gruppetto personale di cheerleaders composto da ostetriche e ginecologa con a capo Cristina e Marco.
Dopo un tempo interminabile in cui esaurisco tutte le energie spingendo come una indemoniata, Cristina finalmente mi dice che a breve sentirò la testa, che brucerà molto, ma vorrà dire che siamo alla fine e che lei mi dirà ad un certo punto di rallentare. Lei intanto si mette camice e mascherina e capisco che ci siamo, finalmente ci siamo!
E così succede, nonostante l’olio che mi spalma, il bruciore è enorme, ma lo sento il mio bambino che sta nascendo e quindi stringo i denti e spingo e poi rallento la spinta e lo sento sgusciare fuori, sento proprio la pancia svuotarsi e perdere quella pressione e poi sento lui piangere e sono lì, aggrappata a Marco e alla poltrona, con una espressione sbalordita, un senso di stordimento e un delirio di onnipotenza totale!
Ci sono riuscita! L’ho fatto! È finita!
È il momento più bello della mia vita.. ed è tutto come l’avevo immaginato.. sono riuscita a partorire naturalmente e Marco ha potuto assistere!
Cristina mi dice che Diego ha il cordone un po’ corto e quindi non me lo può appoggiare in braccio.. me lo passa tra le gambe, tipo rugbista e io lo appoggio sul cuscino sotto di me, lo guardo e già lo amo senza ritegno!!
Il tempo di far smettere il cordone di pulsare, lo tagliano, (Marco non se la sente) e finalmente mi aiutano a sdraiarmi (“che agilità” mi dicono mentre salgo sulla poltrona, ho i muscoli e le ossa rotte, ma al momento nemmeno me ne rendo conto) e mi appoggiano lui sul petto, subito a ciucciare.. non si può descrivere quella emozione.. quando tutto il mondo si ferma per guardare il miracolo appena avvenuto.
Cristina deve mettermi qualche punto, ma pochi, siamo stati bravi tutti.. quindi Diego finisce in braccio al papà.
Riesco poi ad alzarmi mentre lui viene lavato e vestito e mi fanno sedere su una poltrona, pronta per la prima poppata.. così stiamo lì, 15 minuti abbracciati e soli, mentre papà esce un attimo a riprendersi e ripuliscono la sala per il prossimo miracolo.
Dopodiché mi hanno portata in stanza, mentre Diego è andato al nido per il primo controllo..
siamo poi rimasti altri 4 giorni in ospedale, giorni in cui ostetriche, neonatologhe e puericultrici ci hanno insegnato con pazienza come ciucciare, come cambiarci, come stare pelle a pelle.. davvero uno staff speciale!
A quanto pare tutti sapevano già dal primo controllo il 16 pomeriggio, come sarebbe andata, tranne me! I tessuti erano morbidissimi e il travaglio avviato, la visita era perfetta. Ho ricevuto tantissimi complimenti!
Il quarto giorno è stato solo cautelativo, per vedere se Diego avesse ripreso un po’ di peso.. ma la montata mi è arrivata proprio quel giorno e il giorno dopo aveva già preso 55gr!
Così ci hanno mandato a casa.. facendoci ancora mille complimenti, per me, per il mio parto, per lui che è così bello e sereno.. e con questa frase:
“Signora ne faccia altri, perché le vengono davvero bene”
(Scusate il papiro.. l’ho scritto mentre allattavo!)
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SCHEDA DEL PARTO
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Informazioni Aggiuntive
località del parto: Italia > Piemonte > Torino
data racconto (preso dal forum): 23/04/2018
anno parto: 2018
feti n°: 1
parto n°: 1
tipo parto: vaginale
settimane: 38+6
struttura: ospedale
Tag
naturale non medicalizzato
senza epidurale
taglio cordone ritardato
lacerazione spontanea (3-4 punti)
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