Ciao a tutte!
Oggi, ad una settimana esatta dal parto, rivivo mentalmente quei momenti magici e ne approfitto per condividerli con voi.
Premetto che, a differenza delle altre gravidanze e nonostante il caldo intenso, non avevo fretta di partorire. A causa del diabete gestazionale avevo, da settimane, la paura che venisse indotto il parto prima del tempo e speravo di arrivare almeno a 39 settimane. Alla fine ho trovato i ginecologi e le ostetriche giuste che mi hanno rassicurata e mi hanno detto che se volevo potevo aspettare fino a 41+3 prima di fare l'induzione. E così abbiamo fatto, attendendo qualsiasi segnale che mi facesse capire che il travaglio stava iniziando. Ma niente. Tutto procedeva nella norma e io mi godevo quegli ultimi giorni con mio marito a casa, con i miei bambini e la piccola che mi teneva compagnia dal pancione salutandomi con i suoi piedini la mattina mentre facevo colazione e agitandosi quando mi mettevo a letto.
Ecco che sabato 29, a 40 settimane + 3 giorni, mi alzo e, come accadeva negli ultimi 3-4 giorni, quando vado in bagno trovo del muco rosato, ma più dei giorni precedenti. Quel giorno, poi, continuo a trovare gli slip bagnati durante tutta la mattina, ma non capisco se è muco o liquido. Tengo sotto controllo tutto il giorno e il pomeriggio sembra calare, per cui decido di aspettare ancora, anche in virtù del fatto che per il primo figlio ero stata in ospedale un giorno intero con il sacco rotto senza che facessero niente (se non controlli e scollarmi le membrane senza dirmi niente). E meno male che sono rimasta a casa, perchè quella sera il piccolo è stato male e durante la notte gli è venuta la febbre.
La domenica mattina mi alzo e vedo che durante la notte le perdite sono continuate, quindi decidiamo di andare in ospedale perchè a quel punto sapevo che, se fosse stata una rottura del sacco, avrebbero dovuto darmi l'antibiotico. Quindi sistemiamo la casa, portiamo i bambini dai nonni e partiamo, convinta che mio marito sarebbe ritornato a casa perchè tanto io non avevo contrazioni e probabilmente era un falso allarme e sarei tornata a casa anch'io (tant'è che durante la strada abbiamo pianificato i pasti per la giornata). Mi sentivo quasi in colpa a far perdere tempo ai medici.
Arriviamo in ospedale e verso mezzogiorno mi visitano. Ostetrica e ginecologa sono molto gentili e cordiali. Durante la visita sento che muovono qualcosa all'interno e un po' di liquido scende. La ginecologa aveva spostato la testa della bambina ed era uscito liquido, segno che avevo effettivamente una rottura alta del sacco. Visto che era rotto sicuramente da più di 24 ore mi dice che devono far nascere la bambina alla svelta, per cui rompe il sacco in basso ed ecco le cascate del Niagara. Mi spiega che, se non parte il travaglio entro un'oretta, avrebbero cominciato ad indurmi con il gel. Mi rivesto abbastanza serena perchè con il secondo parto il travaglio è andato molto veloce dopo che si erano rotte le acqua. Nel frattempo entra una seconda ostetrica e in fretta e furia preparano la cartella per il ricovero. E' stato tutto così veloce e frenetico che sembrava che dovessi partorire a momenti.
L'ostetrica mi porta nella stanza, dove mi danno il pranzo e consiglia a mio marito di andare subito a prendersi una pizza perchè poi potrebbe non esserci tempo. Per la paura di perdersi il parto lui telefona subito alla pizzeria e corre a prendersi da mangiare. Io intanto comincio ad avere qualche leggerissima contrazione e comincio a sentirmi una spugna strizzata: ad ogni contrazione sento uscire il liquido. Dopo pochi minuti mio marito arriva e mangiamo. Sento di avere tempo ma comincia a salire l'emozione. Ad un certo punto mi sento del liquido colare lungo una gamba. Vado in bagno e... non so da dove cominciare a cambiarmi: stavo gocciolando da tutte le parti! Mi metto l'unico altro paio di pantaloni che mi ero portata e poi vado a letto perchè mi devono mettere la flebo di antibiotico. Quando finisce mi portano in sala travaglio e mi fanno scegliere in quale stanza andare: una è quella dei girasoli, color giallo-arancio e una è quella lavanda, color lilla-azzurro. Scelgo quella lavanda, più rilassante.
La ginecologa mi visita e decidono di mettermi il gel perchè il travaglio non è progredito abbastanza. Ho un po' di paura che le contrazioni partano subito e che siano dolorose (con il primo figlio avevo sofferto abbastanza tant'è che avevo deciso di fare l'epidurale sia per il dolore che per la stanchezza). Ma questa volta le contrazioni sono leggere e sporadiche. Finisco tranquillamente il monitoraggio e ritorno in camera ad aspettare che parta il travaglio.
Comincio a camminare avanti e indietro per la stanza, un po' ciondolante, fermandomi ogni tanto per le contrazioni che iniziano ma sono leggere e sporadiche. Non so se essere felice che stia per nascere o se desiderare che l'evento si posticipi ancora un po'. Mio marito mi ricorda quello che mi ha detto un'ostetrica al monitoraggio di pochi giorni prima: "Se la mamma non è pronta o sta bene con il pancione, il bambino non nasce." Mi chiede se voglio che nasca e io non so che rispondere. Ma inizio a prepararmi all'idea che potrebbe nascere in giornata.
Il tempo passa e penso che non mi ero preparata a quella situazione. Essendo il terzo figlio pensavo che avrei riconosciuto l'inizio del travaglio. Credevo che mi si sarebbero rotte le acque o, più probabilmente, che avrei avuto le prime contrazioni a casa e avrei aspettato che fossero un po' più intense, magari facendo una bella doccia calda, con i bambini che scorrazzavano per casa, e ad un certo punto avrei detto a mio marito che era arrivato il momento, avrei salutato i bimbi preparandoli al fatto che la sorellina stava arrivando e saremmo partiti per l'ospedale. Invece sono lì, ad aspettare le contrazioni buone che sarebbero potute arrivare anche il giorno dopo.
Sono stanca anche a causa della notte movimentata avuta con il piccolo e decido di andare a dormire. Riesco ad addormentarmi e mi sveglio verso le 4 con una contrazione. Mi sento riposata, penso di aver dormito chissà quanto, invece erano solo 10-20 minuti. Mi riaddormento ma ho 3-4 contrazioni a distanza di 10 minuti una dall'altra. Mi alzo ma mi sento ben riposata. Le contrazioni iniziano ad essere più forti e comincio a chiudere gli occhi per concentrarmi sulla respirazione per farle passare, ma sono irregolari. Ne ho qualcuna a distanza di 5 minuti, poi a distanza di 7, poi 20 minuti di pausa, poi ricominciano con intervalli variabili.
Andiamo avanti fino alle 18-18.30. L'ostetrica passa ogni tanto a controllare come sto. MI chiede se voglio fare la doccia, come le avevo detto, ma sono ancora gestibili e rimando. Nel tardo pomeriggio sento che le contrazioni sono più forti e chiedo a mio marito di massaggiarmi la base della schiena, come aveva fatto al parto precedente, per ridurre il dolore. Nel frattempo arriva l'ostetrica e mi chiede di nuovo se voglio fare la doccia. Questa volta le dico di sì. Prendiamo i vestiti per me per il travaglio e per la bimba e, mentre ci spostiamo in sala travaglio, ho una contrazione e l'ostetrica dice "Sì, stai proprio cambiando faccia, cominciano quelle giuste".
Verso le 19-19.30 mi metto sotto la doccia. L'acqua calda sulla schiena mi aiuta molto a rilassarmi e sento di meno il dolore. Durante le contrazioni cerco di mantenere gambe e bacino rilassati per aiutare la piccola a scendere. Dopo un po' mi sento stanca e mi siedo sulla sgabello, tenendo il telefono della doccia puntato sulla pancia. Non ho più contrazioni e ne approfitto per riposare un po' godendomi quel massaggio caldo. Arriva l'ostetrica che mi ha accolta la mattina e mi saluta perchè il suo turno sta per finire. Mi spiega che potevo rimanere ancora un po' sotto la doccia ma verso le 20.15 sarei dovuta uscire per fare la seconda dose di antibiotico. Mi dispiace, ma anche la nuova ostetrica che mi segue mi dà una buona impressione. Mi rialzo per finire gli ultimi minuti sotto la doccia in piedi. Mi lasciano un po' di più del previsto ma per me va bene perchè le contrazioni iniziano ad essere abbastanza vicine.
Arriva l'ostetrica. Mio marito mi aiuta ad asciugarmi (quel sant'uomo è stato per circa un'ora seduto su uno sgabello davanti alla porta del bagno a guardarmi e farmi compagnia cercando di distrarmi), mi metto la maglia per il travaglio e mi attaccano il monitoraggio. Chiedo se posso stare seduta invece che a letto e l'ostetrica mi fa sedere sulla palla, con mio marito dietro di me su una sedia apposita. Mi mettono anche la flebo di antibiotico. Ad ogni contrazione mi aggrappo alla fascia appesa sopra la palla. Chiedo a mio marito di riprendere i massaggi quando ho le contrazioni, ma all'inizio facciamo fatica a trovare ritmo e intensità giusti. Sto abbastanza bene in quella posizione ma quando mio marito mi massaggia mi spinge un po' in avanti a causa della palla che rotola. Ma non ho la forza di cercare un'altra posizione e mi adatto.
Mi viene una grande stanchezza e comincio a chiudere gli occhi e appoggio la testa tra le mie mani sulla fascia per cercare di riposare. Inizio ad isolarmi e a concentrarmi totalmente sul mio corpo. Vorrei addormentarmi ma le contrazioni sono piuttosto vicine e non mi lasciano il tempo di riposare. Intanto anche il tracciato non riesce a rilevare bene il battito della bimba e l'ostetrica deve rimanere tutto il tempo accanto a me.
Finito il monitoraggio mi visita. Sono circa le 21.00 e sono a 3 cm. Non serve fare la seconda dose di gel. Bene, ma io pensavo di essere più avanti.
Finito l'antibiotico vado a fare la pipì e ho un paio di contrazioni. Mi sento bene sul water: sento proprio i tessuti che si rilassano e si aprono. Mi ricordo che qualcuna di voi aveva fatto il travaglio proprio in quella posizione, ma mi manca il sostegno di mio marito. Quindi mi faccio forza e ritorno sulla palla.
Rimango attaccata al monitoraggio tutto il tempo, con l'ostetrica sempre accanto a me e mio marito dietro che mi massaggia. Dopo neanche un'ora l'ostetrica mi visita di nuovo e... sono di 7 cm! Mi rendo conto che ormai manca poco perchè il travaglio sta andando veramente veloce. Ritorno sulla palla e, dopo 3 o 4 contrazioni, sento la testa che scende e una leggera sensazione di dover spingere. Avviso l'ostetrica. Altra contrazione così ma non è ancora il momento di spingere. L'ostetrica va a chiamare pediatra e ginecologa ed ecco che arriva la contrazione giusta. Grido il suo nome perchè dovevo proprio spingere. Giulia mi fa distendere sul lettino, mi visita e sono a dilatazione completa. Mi propone delle posizioni per la fase espulsiva ma io sono stanca e sto bene distesa sul letto. Sento che riesco a rilassarmi. Arriva la contrazione e comincio a spingere. Una, due spinte belle lunghe. Riprendo fiato e spingo ancora. Poi non sento più le contrazioni. Comincio a sentir bruciare e raccolgo le forze per spingere ancora. Mio marito è accanto a me e mi massaggia la schiena. Sbircia ma ancora non vede niente. Ma come? A me brucia da matti e ancora non si vede la testa?!? Per tutto il tempo tengo gli occhi chiusi: sono completamente concentrata sul mio corpo, cercando di controllare i muscoli, controllare il dolore, respirare. Spingo ancora, senza sentire la contrazione. Il bruciore diventa insopportabile. Lo dico all'ostetrica e chiedo se posso spingere che non ce la faccio più. "Aspetta la contrazione". La ginecologa mi massaggia la pancia, Giulia mi dice di soffiare sulle candeline e nel frattempo fa scivolare la pelle intorno alla testa della mia bambina che lentamente sta scendendo da sola. Mamma che dolore! Non resisto più. Prendo fiato e spingo con tutta la forza che ho. Una spinta lunghissima. Sento l'ostetrica che gira la testa della bimba, poi l'aiuta a far uscire le spalle ed ecco che il resto del corpo sguscia fuori insieme al liquido, caldo e piacevole.
Mio marito piange. Mi alzano la maglia, staccano il monitoraggio e mi appoggiano questo frugoletto caldo sulla pancia. Lei è tutta blu, ma riprende colore velocemente. Piange un attimo e comincio a rilassarmi. Finalmente ci conosciamo. E' così morbida e ha un buon profumo! Mio marito ci abbraccia e la accarezza.
Sento l'ostetrica che tira leggermente qualcosa. Mi ero completamente dimenticata della placenta! Dopo poco Giulia mi dice di provare a spingere e la placenta esce. Poi prendono anche la bimba e la portano via. Mi marito segue la pediatra mentre la ginecologa mi mette 2 o 3 punti. Questo momento è stato abbastanza difficile perchè volevo rilassarmi invece continuavo ad avere dolori e i punti li ho sentiti tutti (ho qualche dubbio che non mi abbiano fatto l'anestesia).
Poi finalmente mi hanno lavata e ripulita e mi hanno riportato la bimba che si è attaccata al seno quasi subito. Ero stanca e l'ho lasciata che si attaccasse come riusciva e temo che questo abbia causato l'inizio delle ragadi. Ma in quel momento andava bene così: io, mio marito e la nostra piccola Zarja in un momento di pura magia. Solo noi, insieme, a conoscerci per la prima volta. Sensazioni forti e intense che meritano di essere vissute tutte!
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SCHEDA DEL PARTO
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Informazioni Aggiuntive
località del parto: Italia, Friuli Venezia Giulia
data racconto (preso dal forum): 07/07/2019
anno parto: 2019
feti n°: 1
parto n°: 3
tipo parto: vaginale
settimane: 40+4
struttura: ospedale
Tag
con induzione farmacologica (gel / ossitocina dopo la fase espulsiva)
con induzione meccanica (amnioressi cioè rottura membrane)
rottura acque (intesa come PROM=rottura prematura delle membrane)
senza epidurale
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