Quando una donna torna ad essere fertile dopo il parto?
Il momento in cui la donna torna ad essere fertile dopo il parto è molto variabile. In particolare dipende dal fatto che si allatti o meno e dalla frequenza con cui lo si fa.
In che modo l’allattamento incide sulla fertilità della donna?
Ruolo fondamentale è assunto dalla prolattina, ormone che stimola la produzione del latte. Essa si innalza in gravidanza e tende a rimanere alta quanto più l’allattamento è esclusivo, andando ad abbassarsi molto lentamente con il trascorrere delle settimane. Questo perché la suzione al seno da parte del bambino stimola un’ulteriore produzione di prolattina nel circolo sanguigno per aumentare la produzione di latte. La prolattina si mantiene elevata se il numero delle poppate è elevato e vi è suzione notturna, quando è più alto il picco di prolattina che si libera. Se, al contrario, una donna non allatta la prolattina scenderà molto rapidamente.
In che modo la prolattina riesce a bloccare l’ovulazione?
La prolattina blocca la produzione degli estrogeni, di conseguenza nelle donne che allattano l’estradiolo resta basso fin tanto che i livelli di prolattina sono alti.
In un ciclo mestruale gli estrogeni stimolano l’ormone FSH che induce l’accrescimento dei follicoli ovarici e, inoltre, portano a maturazione l’endometrio in preparazione dell’impianto dell’ovulo fecondato.
E’ quindi evidente che l’assenza di estrogeni porti ad assenza d’ovulazione.
Quali sono i tempi di ripresa dell’ovulazione?
Donna che non allatta (o per un periodo molto breve): a partire dalla 4° settimana post parto.
Roetzer ritiene infertile la donna che non allatta fino a 6 settimane dopo il parto se non compare muco in questo lasso di tempo, altrimenti bisogna ritenersi feconde dalla prima comparsa di muco.
Donna che allatta a richiesta e in modo esclusivo, nel rispetto delle regole del LAM: a partire dall’11° settimana post parto.
Roetzer ritiene infertile la donna che allatta secondo le regole del LAM per almeno 12 settimane.
Quali sono le regole del LAM (metodo dell’amenorrea lattazionale)?
Il metodo LAM è applicabile per le prime 10-12 settimane se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
• il bambino si alimenta esclusivamente al seno senza aggiunte di cibi o liquidi
• succhia almeno 6 volte il giorno (l’intervallo tra le poppate non deve essere superiore a 4 ore)
• succhia almeno una volta di notte (l’intervallo tra le poppate notturne non deve essere superiore a 6 ore)
• non si sono verificate perdite di sangue dalla fine della ottava settimana dopo il parto (non si considerano perdite mestruali quelle perdite ematiche o sieroematiche che si verificano nei primi 56 giorni dal parto).
In quali casi il metodo LAM non è applicabile?
Il metodo LAM non è applicabile se:
• l’allattamento non è esclusivo
• è ricomparsa la mestruazione (perdite ematiche per due/tre giorni consecutivi dopo otto settimane dal parto)
Qual è l’indice di sicurezza del metodo LAM?
Se i criteri sono rispettati il metodo LAM fornisce una protezione del 98% e ha un indice di fallimento inferiore al 2%.
Il successo del LAM dipende quindi dalle modalità di allattamento e l’infertilità è legata all’intensità, alla durata, alla frequenza e all’intervallo tra una poppata e l’altra. Se il numero delle poppate è alto e l’intervallo tra le poppate è minimo, l’effetto della soppressione sulla fertilità è maggiore.
In ogni caso dopo le 12 settimane dal parto la sicurezza del LAM cala drasticamente.
Quando occorre iniziare ad osservare i sintomi per il riconoscimento del ritorno della fertilità?
Roetzer consiglia di ricominciare con la misurazione della temperatura basale, l’osservazione del muco e altre eventuali osservazioni a partire dal 21° giorno dopo il parto. Se non è possibile la registrazione giornaliera è importante avere almeno delle registrazioni saltuarie. E’ infatti importante sapere, ai fini contraccettivi, se il primo sanguinamento è preceduto da una fase di temperature alte oppure no.
E’ utile misurare la temperatura basale nel post parto?
Dopo il parto la temperatura basale soffre molti alti e bassi e si stabilizza solo quando si verifica la prima ovulazione. Si consiglia di riprendere presto con le misurazioni per riprendere dimestichezza con il metodo in quanto le condizioni di sonno saranno certamente mutate. Inoltre sarà utile avere un quadro della situazioni il più esaustivo possibile nel caso in cui l’ovulazione compaia presto. Continuando a misurare la temperatura, si ha la prova che non si sia instaurata una gravidanza fintanto che la stessa si mantiene bassa, nonostante sia difficile interpretare l’avvenuta ovulazione o meno.
E per quanto riguarda l’osservazione del muco cervicale?
Allo stesso modo anche il muco cervicale è frequente si presenti in maniera irregolare, non dando informazioni particolarmente attendibili sull’imminente comparsa dell’ovulazione. Ma la presenza di muco indica un qualche tipo di attività ovarica che è sempre meglio non sottovalutare ai fini contraccettivi.