ciao ragazze,
sto decisamente bene adesso, è quasi tutto passato, e riesco a trovare una mezz'ora per raccontare il mio parto (che metto anche nella sezione dei racconti
).
Leo è cresciuto di 120 grammi in 3 giorni. Ancora non capisco se e quando dargli l'aggiunta, se ho latte o no visto che vuole attaccarsi ogni mezz'ora a volte, e perchè se lo tiro col tiralatte non esce..... giuro sto impazzendo...! Eppure mangia, e se ha fame piange. Quindi se non piange, fa cacca e pipì venti volte al giorno, in teoria è tutto ok.
Domani terzo controllo, vediamo cosa ci dicono....
Niente, vi lascio al mio racconto
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Ed eccomi qua, a raccontare il mio parto a distanza di due settimane
Erano 2-3 giorni che mi sentivo strana, diversa, e sentivo anche i movimenti di Leo più decisi, come se scalciasse per dire: voglio uscire!
Arrivavo alla sera con le contrazioni di Braxton Hics molto forti, che duravano 3-4 ore, e dicevo a Matteo... per me sto per partorire.
È il 3/11 e sono circa le 18 quando avverto una fitta simil ciclo decisa alla schiena. La ignoro, perchè tanto di doloretti strani ne avevo mille, quando me ne arriva una seconda, più convinta, circa 20 minuti dopo.
Inarco un sopracciglio, e mi dico... "strano però, provo a caricare sull'app delle contrazioni".
Con mio stupore me ne arriva una terza, una quarta, a distanza di 20 minuti. E lì inizia la strizza: sarò mica il momento?
Avviso Teo e ceniamo in una sorta di impaziente attesa.
Sono le 20 e le contrazioni sono ogni 7-10 minuti. Lo guardo ormai convinta: ci siamo, Leo sta arrivando!
A volte sono ogni 12 minuti, non regolarissime, quindi in teoria non sono quelle buone per andare in ospedale, che da noi dista 40 minuti.
Prendo tempo, alle 21.30 circa mi butto 15 minuti in doccia. Le contrazioni si intensificano, e diventano ogni 6 minuti...
Sono le 23.30 e le ho ogni 5... “che facciamo andiamo in ospedale?”, mi esorta Teo preoccupato.
E io non so che fare, perché sono regolari solo da una mezz'ora, ma contando la strada, a mezzanotte decidiamo di andare.
In macchina, a metà strada, sono circa ogni 3 minuti e me ne arriva una forte al punto da sentire spingere tra le gambe e da farmi urlare a Teo: “quanto mancaaaaaa??” E lui "5 minuti!".
Seduta dietro, mi sporgo e vedo sul navigatore che mente, mancava quasi un quarto d'ora all'ospedale e mi trovo pensare: ma lo partorisco qui??
Finalmente davanti al pronto soccorso ostetrico, Teo parcheggia davanti e corriamo in reparto.
Mi visitano e… boom, sorpresa. Non solo NON sono dilatata, ma nemmeno è appianato il collo dell'utero!!
Io sgrano gli occhi, e l'ostetrica decide di attaccarmi il monitoraggio, e con stupore di tutti vedono davvero delle forti contrazioni da travaglio avviato.... peccato che non era nemmeno iniziato nulla!!
Indecisi se mandarmi a casa o meno, vedendo però le contrazioni ogni 3 minuti, decidono di ricoverarmi per la notte e mi portano in reparto.
L'ostetrica mi propone una doccia calda. Teo mi aiuta e sto sotto mezz'ora, stringendomi a lui per le contrazioni, dolorose ma gestibili.
Finisco la doccia, mi infilo le mutandine ai piedi e....... CRACK! Sento un rumore dentro e dopo circa 4 secondi guardo tra le gambe e vedo delle gocce rosate di sangue colare tra le gambe e sporcare le mie benedette mutande bianche.... Mi si sono rotte le acque!!!
Da lì tutto precipita.
Avvisiamo l'ostetrica che mi visita e all'improvviso partono dolori ancora più forti.
Lei è stupita: sono di 3 centimetri a distanza di mezz’ora!
Mi fa sedere sulla palla ma partono delle fitte così potenti che di botto non riesco nemmeno a trattenere delle urla.
E' notte, sono in reparto e mi vergogno!!!! Stanno dormendo e io non capisco che cavolo sta succedendo, al punto da non contenere la mia voce.
L'ostetrica mi dice di respirare, ma io non riesco e gli dico che sento quasi bisogno di spingere, ma lei mi dice che non è possibile. Io urlo, e gli dico che sono dolori fortissimi e che fino a 2 minuti fa non erano così.
Lei si allontana e torna con una collega. Teo mi coccola e cerca di aiutarmi ma io mi sento già esausta e imploro una epidurale, sento delle coltellate alla schiena che mi tolgono il fiato e le forze.
Mi visita Paola, la seconda ostetrica che arriva con quella di reparto (che sarà il mio Angelo di supporto), e sgrana gli occhi: “andiamo in sala parto! Siamo a 7 centimetri!”
E noi: COSA?!
Mi sono dilatata da 0 a 7 in un'ora circa, com'è possibile??!!
Mi dicono che sto avendo un parto flash, che fa tanto male per quello, perchè il mio corpo sta subendo tutto troppo velocemente.
Io urlo, imploro epidurale, cesareo, qualsiasi cosa pur di alleviare la sofferenza.
Alla fine mi accontentano, perché non riesco più a sopportare il dolore.
Mi fanno una spinale che mi diminuisce per una mezz'ora il dolore, ma poi riparte tutto e mi trovo ad urlare di nuovo. Mi fanno all'ora l'epidurale, che però rallenta il parto.
Spingo per ore, insensibile al premito, ma ecco che inizio a perdere sangue e nessuno capisce da dove arriva.
Ormai sono le 11.30 del mattino, dopo ore di cambi posizione, urla, rabbocco di epidurale, mi dicono che mi devono aumentare le contrazioni per farmi sentire dove spingere.
Inizio a piangere disperata, imploro di nuovo un cesareo, di tirarmelo fuori, perchè sono esausta e non ce la faccio più. Non riuscivo più a reggermi sulle gambe, perchè da ore spingevo sospesa accovacciata, mi sento svenire.
Ma nulla, devo farcela da sola perché ovviamente non si può procedere con cesareo o manovre invasive inutili; Teo mi accarezza e mi dice che posso farcela, le ostetriche mi incitano ma io non riesco ad apprezzare e sentire nulla se non quel dolore che mi squarta dentro.
Ed eccole, causa ossitocina, ancora più forti. Penso di morire, urlo, e sento la spinta. Mi fanno l'episiotomia per aiutarmi e velocizzare, perchè continuo a perdere sangue.
Spingo come mai forse ho fatto e Teo mi dice: “vai tata, è uscita la testa!”
Io credo che menta, non lo ascolto e continuo a spingere, e dopo qualche secondo esce tutto il corpicino di botto.
Le ostetriche urlano che ce l'ho fatta, ma lo portano via nell'altra stanza. Io semi incosciente per lo sforzo lo cerco e non lo vedo.
Teo mi dice con le lacrime agli occhi che ora ce lo portano. E mentre mi ricuciono e riprendo fiato, arriva Leo.
Un fagottino di 2,6 kg, che mi inghiottisce nei suoi occhi nero-blu. Mi chiedo di che colore saranno, e io spero tanto color cielo di montagna come quelli del papà.
Lo coccolo, lo bacio, lo guardo incredula. Ma poi non respira bene, è affaticato, e me lo portano via. Mi dicono che devono tenerlo nella culla termica per qualche ora, perchè non si è ancora adattato bene e ha del liquido da espellere nelle vie aeree.
Dopo due ore, finalmente mi portano in camera. Teo è stanco e va a casa a recuperare qualche ora di sonno, tornerà l’indomani mattina.
Nel frattempo, mi dicono di fare pipì nella padella e di avvisarli quando ho fatto, ho due ore di tempo.
Stanca e dolorante mi trascino e spingo… provo… riprovo… niente. Mi innervosisco e inizio a sentire ansia. Riprovo dopo mezz’ora. Niente.
Dio santo, mi dico, che cavolo succede, perché non riesco?! Dopo due ore ancora nulla, se non qualche goccia. E lì mi danno la sentenza: devono applicarmi il catetere per almeno 48h.
E lì inizia il calvario. Passato tutti gli effetti di epidurale e spinale arriva il dolore di ogni cosa sommata, ma quello che più mi uccide è quel dannato tubicino… ad ogni movimento è come uno spillo, un fendente, muovermi anche solo di un millimetro senza dolore impossibile.
Facendola breve, i 3 giorni in ospedale sono stati un calvario: dover badare al piccolo - che grazie a Dio chiedendo aiuto al nursery mi tenevano per la notte- con quel maledetto catetere è stato letteralmente un incubo che mi ha fatto sprofondare abbastanza nello sconforto.
Per fortuna quando me l’hanno tolto, ho passato il test: pipì fatta, mamma promossa. Leo sta benissimo e quindi si torna a casa.
I primi giorni sono stati difficilissimi, il dolore dei punti (e mamma quando mi sono guardata là sotto volevo morire), la perdita di controllo fecale, l’infiammazione dovuta al catetere mi hanno reso impossibile godermi il rientro. Quanto è impegnativo un neonato tra notti insonni, cambio pannolino, allattamento da avviare, solo noi donne possiamo capirlo. Ma coi dolori lì sotto, è tutto ancora peggio.
Ma finalmente ora sto bene, e piano piano ci stiamo conoscendo e innamorando tra noi sempre di più.
Leo è dolcissimo e il papà un Amore.
Attualmente dire che farei un altro figlio dopo tutto questo… ANCHE NO!?! Ma so che probabilmente è solo la botta da smaltire, e che tutto questo si dimentica e resta solo la bellezza.
Adesso, penso solo al domani e a godermi più che posso ogni suo progresso.