Sono quasi le 5 di mattina del 22 settembre, quando mi sveglio con un forte dolore mestruale e la sensazione di dover fare pipì. Come mi alzo dal letto, lo sento: ecco un liquido caldo che comincia a uscire e vado in bagno gocciolando in giro. Chiamo il mio compagno “Ste, ho rotto il sacco” e decidiamo di vestirci e di fare colazione con calma aspettando le contrazioni. Che però non arrivano..prendiamo la macchina e andiamo in ospedale, io mi sentivo un misto di apprensione curiosità e incredulità.
Arrivati in ospedale, dopo avermi visitato e avermi fatto un tracciato, vedono che ancora non è partito nulla, ma mi ricoverano comunque per la rottura del sacco.
Da lì comincia la mia, la nostra epopea. Mi cambiano di stanza due volte, con me che sto lì ad aspettare queste benedette contrazioni.. comincio a sentirmi sconfortata, passa così la mattina e il pomeriggio e poi arriva la sera.. Stefano va a casa, io faccio conoscenza con altre ragazze in corridoio e poi mi attacco al telefono con mia mamma e una mia amica per cercare un po’ di forza, ho ormai paura debbano indurmi il parto se non parte nulla entro 18-24 ore dalla rottura delle acque. Mi metto a letto e verso le 10 di sera arrivano.. eccole, le accolgo come fossero un dono: cronometro la frequenza e sono una ogni 10 minuti, poi ogni 5.. per fermare il dolore cerco di respirare profondamente ma mi viene meglio mugugnare, sembra quasi io abbia orgasmi ripetuti.. chiamo in reparto per dirlo e mi fanno fare un altro tracciato, ma la visita mi trova sì col collo dell’utero appianato ma con un solo centimetro di dilatazione. Sì va avanti fino alle 4, finché la dilatazione passa a 3 centimetri.
- Angela- mi consiglia un’ostetrica- puoi chiamare tuo marito-
Lui arriva subito, era praticamente già in macchina, e mi aiuta a sopportare meglio le contrazioni che continuano ma senza essere quelle giuste. Quasi alle quattordi mi visitano ancora e ci siamo, 4 centimetri, si può andare in sala parto!!
In sala parto incontro le ostetriche che saranno le mie compagne di avventura, Erica ed Elena, ma sento caldo, comincio a non sentirmi più pronta, ad avere paura.. complice anche una donna che sta partorendo nella sala accanto alla mia e che urla urla e urla come se la stessero squartando. Vedo anche Stefano sbiancare e fissarmi con due occhi terrorizzati, così non può aiutarmi, penso. io mi sento svenire e mi blocco. Con Erica ed Elena decidiamo di mandarlo a mangiare qualcosa e loro si mettono a parlare e a scherzare con me così da tranquillizzarmi.
Come torna Stefano, Erica mi visita... non ero di 4 centimetri ma di tre e non avevo più contrazioni regolari.. quasi alle quindici ci si deve muovere, mi somministrano dell’ossitocina e lì posso dire che è cominciato davvero il mio travaglio attivo e mi sono sentita vicina al vedere mia figlia. Le contrazioni sì fanno sempre più forti, più vicine, fanno male ma non fanno male perché le sento davvero come una benedizione, mi avvicinano ogni minuto di più alla mia cucciola. Sono così stanca che tra una contrazione e l’altra mi addormento. Comincio a pensare all’epidurale e lo faccio presente ad Elena, che confrontandosi con Erica decidono di chiamare l’anestesista mentre Erica mi visita di nuovo.
- Angela, sei già a 10 centimetri, e sei bravissima a gestire le contrazioni, ti prometto che entro le 6 la tua bimba sarà nata e tu già sistemata-
Guardo Stefano che è lì che mi accarezza e decido di non fare l’epidurale.. voglio solo vedere Irene!
Comincia la fase espulsiva, Stefano mi fa bere dell’acqua imbevendo una garza e facendomela succhiare, mentre io mi concentro sulle contrazioni e le spinte.. spingo e spingo, mi prendo anche qualche sgridata da Erica perché “sei troppo educata e dovresti lasciarti andare”, “se vuoi” le dico ridendo “ mi metto a urlare come quella di prima”.
Non urlo ma comincio ad incazzarmi, a vocalizzare ad ogni spinta e uscire qualcosa esce.. e continuamente, ma chissenefrega, vuol dire che sto cominciando a spingere come si deve!!
La bimba però fa per uscire e poi ritorna su, come risucchiata.. Erica ce lo dice “vedo i capelli, sono neri, ma poi sfugge subito “ Io non ce la faccio più fisicamente, ho spinto accucciata e alla fine mi metto sul lettino strafigo con le gambe tirate verso il petto mentre spingo ma niente, Irene scende e poi sale..
- Angela adesso ti aiutiamo a spingere, la ginecologa ti spingerà il fondo dell’utero mentre tu spingi, dobbiamo collaborare, tu sei bravissima ma sono due ore e passa che spingi e stiamo stancando te e la bimba”.
Stremata acconsento ed è un attimo: entrano la ginecologa e la neonatologa, la ginecologa si mette vicino a me e le sue parole e l’espressione del suo viso mi danno una forza incredibile. Guardo Stefano che mi fa un cenno col viso come per dirmi ci siamo amore, ci siamo.
Arriva la CONTRAZIONE e mentre io spingo, la ginecologa mi aiuta spingendo col suo braccio sulla mia pancia. Lì la sento: con la prima spinta esce la testa, con la seconda esce tutto il corpo col cordone.. sono le 18.32 e Irene così com’è uscita dalla mia pancia viene appoggiata su di me, tutta sporca di sangue di liquidi vari, tutta sporca di me che l’ho custodita per nove mesi.
Piango, piange anche Stefano e ci baciamo, ci sussurriamo parole dolci.
- ciao papà- - ciao mamma- - ciao Irene, benvenuta!-
località del parto: Pavia
data racconto (preso dal forum):
anno parto: 2017
feti n°: 1
parto n°: 1
tipo parto: vaginale
settimane (a che settimana della gravidanza avete partorito): 38 + 6
struttura: ospedale
Tag - ELIMINARE QUELLI CHE NON CORRISPONDONO AL VOSTRO PARTO
con induzione farmacologica ( ossitocina
con episiotomia
con manovra di Kristeller
rottura acque (intesa come PROM=rottura prematura delle membrane)
senza epidurale
taglio cordone ritardato
Altri racconti qua: raccolta racconti del parto