Eccomi qui anche io a raccontarmi del mio parto. All'ultimo controllo del 7 dicembre mi trovano con collo raccorciato ma nulla che si muove, ormai a 40+4 sono quasi scoraggiata che possa succedere tutto naturalmente.
Il giorno dopo alla mattina ho delle perdite più consistenti miste a sangue e penso che sia il tappo. Dalle 18 inizio con delle contrazioni che si vanno ad intensificare e riavvicinare. Faccio una doccia calda come ci hanno consigliato al corso, cerco di mettermi tranquilla, ma alla fine alle 3 di notte mi faccio portare al pronto soccorso. Mi fanno monitoraggio e visita, dilatazione 1 cm, ma nel frattempo le contrazioni scompaiono. Alle 9:30 mi rimandano a casa, io sono stanca, mi metto a riposare, mi sento strana, a fatica mi alzo verso le 15 rompo le acque, non sono chiare come dovrebbero, sono marroncine e tendenti al verde. Mi spavento da morire, chiamo mio marito e corriamo in ospedale, dove mi visitano di urgenza per liquido tinto 2, tendente al 3.
Controllano la bimba, dicono che lei sta bene, che non c'è sofferenza fetale, di stare tranquilla, si è davvero una parola, sono spaventatissima.
Vista la situazione mi dicono che devono accelerare il parto, mi fanno emocromo, inizio ciclo di antibiotico, arriva il ginecologo e verso le 21 mi applica una fettuccia di prostaglandine per far partire contrazioni. Nel frattempo qualche contrazione comincio a sentirla, chiedo di stare in piedi perché sdraiata non riesco a stare, ma non posso muovermi troppo perché ho il controllo costante dei battuti della bambina.
Le contrazioni diventano sempre più forti e ravvicinate, l'ostetrica mi dice che sono a 3 cm e che il travaglio è iniziato, chiedo l'epidurale perché sono davvero stanca, provano una prima volta ma non mi fa effetto, mi propongono di rifarla e accetto. Al secondo tentativo va alla grande, sento pochissimo dolore. Intanto continuano a visitarmi e dicono che la dilatazione sta procedendo velocemente, tanto che verso le 2 sono completamente dilatata.
Mi dicono che è ora di spingere, proviamo varie posizioni, ma nulla dopo 2 h siamo ancora ben lontani, mi fanno riposare un attimo, un po' di epidurale ancora e poi partono con ossitocina. Continuo a spingere ma nulla io sono allo stremo delle forze, non ce la faccio davvero più. Si sono fatte le 5:20, decidono di intervenire e di provare con la ventosa.
Mi tagliano e mi applicano la ventosa, mi dicono di spingere, di fare un ultimo sforzo, ce la metto tutta e finalmente esce la testa, altre due spinte e escono le spalle. Finalmente è nata, sono le 5:51 del 10 dicembre, esattamente a 41 settimane è nato l'amore della mia vita.
Me la mettono un attimo in braccio, ma poi la danno al papà, è passato un po' di tempo (ormai non ne ho più la cognizione) e la placenta non esce, ricordo che schiacciano e non so che altro ma alla fine esce, controllano con un'eco e passano a mettermi i punti. Il tutto mi pare durare un'eternità, sento fastidio e vorrei solo stare tranquilla con la mia piccola.
Finalmente finiscono e posso stringere Giulia tra le braccia, si attacca quasi subito al seno.
Nonostante non sia stato esattamente il parto che avrei voluto avere, è proprio vero che la gioia fa passare tutto in secondo piano.
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SCHEDA DEL PARTO - COPIARE IN FONDO A RACCONTO DEL PARTO E COMPILARE
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Informazioni Aggiuntive
località del parto: lombardia/milano
data racconto (preso dal forum): 18/12/2019
anno parto: 2019
feti n°: 1
parto n°: 1
tipo parto: vaginale
settimane (a che settimana della gravidanza avete partorito): 41
struttura: ospedale
Tag - ELIMINARE QUELLI CHE NON CORRISPONDONO AL VOSTRO PARTO
con epidurale
con episiotomia
con induzione farmacologica (gel o strisce prostaglandine / ossitocina)
con ventosa
rottura acque (intesa come PROM=rottura prematura delle membrane)
taglio cordone ritardato
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Altri racconti qua: raccolta racconti del parto